lunedì 14 settembre 2009

bloody love


L'AMORE ERA QUALCOSA CHE SI PORTAVA APPRESSO LA MINACCIA DEI GUAI. L'AMORE ERA FATTO DI RISCHI E OBBLIGHI E DIPENDENZA DALLA CAFFEINA. L'AMORE ERA COME GUARDARE I DISORDINI DI TOMPKINS SQUARE ALLA TELEVISIONE. ERA COME SENTIRE ESPLODERE UN AMPLIFICATORE PER CHITARRA.

ERA COME SPARARSI LA COCA PER LA PRIMA VOLTA. ERA COME GUARDARE LA DEMOLIZIONE DI UN CASEGGIATO ED ERA COME RICORDARE QUESTI PIACERI A DISTANZA DI ANNI.

RICK MOODY
dedicata a chi non ha smesso..

lunedì 31 agosto 2009

Gud Gud

Ben ritrovati!
Riprendo le consuete attività senza particolare energia fisica,
dopo aver accumulato quantitativi industriali di acido lattico, perché le mie escursioni sono in salita, anche sotto il livello del mare!
In effetti, occorre un'altra vacanza per riprendermi da questa vacanza..
Tuttavia, ho esplorato, ammirato, conosciuto e scattato pose da numeri degni della famiglia Angela.. certo, certo, qualche posa appartiene anche a me (Piero e Alberto
perdoneranno) ma, vuoi mettere, il mondo di Quark, Superquark, Ulisse e Superulisse, sarebbero certamente più interessati alla nascita di un tramonto mozzafiato, all'inaspettato attacco dei pavoni verso gli ignari turisti o alla socievole fauna marina, alle mura della città vecchia, al piccolo e trafficatissimo porto, alle abitazioni in cima all'ultima (ma ma dico ultima) rampa di scala cittadina.. piuttosto che la nuova esposizione di Jan Fabre, al Jill's cafè, al cazzeggio di orchestrali, al "piatto unico" (unica portata: primo, secondo, contorno, frutta, caffè e ammazzacaffè), alla tintarella verticale..
Ragazzi, difficile pensare ad amori amati, bramati, consumati e traditi.. difficile riflettere sulle beghe dell'anima sotto questo sole che mi ha vista alzare il pollice e fare l'autostop..
che esperienza!!
Sfidare le borghesi convenzioni e provare a non morire di paura, mentre qualcuno accanto, con accento vicino al dialetto della più sconosciuta provincia russa, ti guarda, ti studia e dice: "gud gud", si riferirà a me, alla mia persona - un complimento, penso, per smorzare la drammatica atmosfera da psyco - alla mia baguette, acquistata poco prima, o a Dio - "questi giovani che vanno incuranti dove gli pare". "Tenchiù, tenchiù" gli dico e vado, lasciando il russo che continua a guardare, studiare, "gud gud".. che soddisfazione, però, raggiungere il paradiso in terra senza neppure esporre il discorario..





Tutte le foto appartengono a Inés





mercoledì 5 agosto 2009


Miei cari amici,
sono affaticata, sfibrata, sfiancata, spossata, bloccata..
vado.. per un soffio di vita
e torno presto da voi.
Vi abbraccio tutti con affetto,
vostra Inés

giovedì 30 luglio 2009

All'Amicizia


Ricevo con immenso affetto questo premio dalla mia amica Luna http://darksecretinside.blogspot.com/
Grazie!

venerdì 24 luglio 2009

Love's theme





"Il vampiro" - Eduard Munch


Ti guardo, ti scruto, ti studio, ti tocco, ti leggo, ti attraverso, ti mangio, ti vomito, ti pettino, ti spettino, ti accarezzo, ti perdono, ti colpisco, ti cerco, ti tengo, ti guarisco, ti incorono, ti immolo, ti illumino, ti segno, ti sciolgo, ti scrivo, ti sogno, ti disegno, ti urlo, ti abbraccio, ti lascio, ti credo, ti piango, ti picchio, ti specchio, ti spingo, ti rialzo, ti abbandono, ti riprendo, ti costringo, ti incateno, ti libero, ti riscaldo, ti prometto, ti vivo, ti spalmo, ti annuso, ti conservo, ti proteggo, ti spoglio, ti lecco, ti bevo, ti inchiodo, ti detesto, ti conosco, ti rispondo, ti vizio, ti mordo, ti assecondo, ti aspetto, ti odio, ti amo, ti voglio, ti uccido, ti prego, ti imploro, ti adoro..
inés
Il Vampiro
“Tu, che come un colpo di coltello nel mio pavido cuore penetrasti;
tu che, forte come una mandra di demoni, venisti, folle e agghindata,
del mio spirito umiliato a fare il tuo letto e il tuo regno;
- infame! a cui sono legato come il forzato alla catena,
come al gioco il giocatore incarognito,
come l’ubriaco alla bottiglia,
come ai vermi la carogna infetta,
-Maledetta, che tu sia maledetta!
Ho pregato la spada rapida di conquistare la mia libertà,
ho chiesto pure al veleno perfido di soccorrere la mia viltà.
Ahimè! sia il veleno che la spada m’hanno sdegnato e m’hanno detto:
”Tu non sei degno di essere sottratto alla tua maledetta schiavitù, imbecille!
– anche se fossimo capaci di affrancarti dal suo impero,
risusciterebbero i tuoi baci il cadavere del tuo vampiro!”
charles baudelaire

venerdì 17 luglio 2009

Chi denuncia Ki?


In un paese come il nostro, in cui i mafiosi vengono scarcerati per scadenza dei termini di custodia cautelare, che manda i soldati a Chiaiano per la discarica, mentre a Casal di Principe c'è carenza di personale, che dichiara le prostitute "soggetti pericolosi".. si giunge, finalmente, ad una Rivoluzione culturale:

Il reato di Immigrazione clandestina

Secondo la norma, lo straniero che entra e risiede senza permesso di soggiorno nel nostro Paese, ovvero da clandestino, commette reato penale andando incontro ad una sanzione amministrativa, compresa tra i 5mila e i 10mila euro e ad un processo per direttissima.

Sicché, la maggior parte delle badanti e colf presenti sul territorio nazionale affronterebbero il serio rischio di mettersi nei guai se scoperte in ‘flagranza di reato’, ovvero trovandosi a svolgere tranquillamente il proprio lavoro in casa da irregolari. Non solo, ma a causa del profilo penale del reato stesso, con tutta probabilità i clandestini catturati non potrebbero essere immediatamente rimpatriati, fatto l’obbligo di svolgere un regolare processo in Italia, per cui non è escluso il paradosso di vedersi arrivare autodenunce da coloro che rischiano di ritornare in patria (per i più svariati motivi)..


Ecco cosa potrebbe verificarsi:


“Buongiorno, desidera?”

“Buongiorno, volevo fare una denuncia”.

“Sì, un attimo che accendo il terminale… è un furto?”

“No, veramente no”.

“Atto vandalico?”

“Io veramente ero venuto a denunciare… come si dice… scusi, sono poco pratico, sa? Un’in…”

“Un’intimidazione mafiosa!”

“No, no, un’immigrazione”.

“Ah”.

“Clandestina”.

“Sì, sì, ho capito”.

“Insomma, c’è questa persona qui che è un immigrato clandestino”.

“Sì”.

“E sono venuto a denunciarlo. Perché adesso è reato, no?”

“Certo. Ma questa persona, sa come si chiama?”

“Altroché”.

“Conosce il luogo dove abita, o dove lavora?”

“So tutto”.

“E ha ragionevoli argomenti per sostenere che si tratta di un immigrato clandestino?”

“Ne ho le prove”.

“Bene, lei ora mi dirà tutto, io verbalizzerò…”

“E andrete ad arrestarlo!”

“Se lo riterremo necessario”.

“Come necessario! Dovete farlo e basta! In Italia c’è… come si chiama… l’obbligatoria azione”.

“L’obbligatorietà dell’azione penale. Certo che lei è un esperto”.

“Grazie. Ho studiato un po’ legge, al mio Paese”.

“Anche a me sarebbe piaciuto, ma sa… famiglia numerosa”.

“Non me lo dica”.

“Veniamo al dunque. Lei si chiama?”

“Ki Demei. K, I, spazio, Demei scritto come si pronuncia”.

“Ah, perfetto. E di cognome?”

“Ki”.

“Ki Ki Demei?”

“No, solo Ki-spazio-Demei”.

“Aaaaaah, ho capito. Scusi, eh, ma certi cognomi stranieri veramente sono una cosa…”

“Ha tutta la mia comprensione”.

“Bene. Allora, Ki Demei, nato il”

“Tredici luglio 1974”.

“Anno della tigre!”

“Complimenti. Non mi dica che…”

“Beh, sì, sono anch’io del 1974. Dunque, Ki Demei, nato il 13/7/1974 e residente a…”

“Ahem… scriva così: residente a Canton, Cina”.

“Quindi lei non risiede in Italia”.

“No”.

“Strano, il suo italiano è molto buono. Ha un documento della Repubblica Popolare Cinese? Passaporto, carta d’identità…”

“No. Però una denuncia la posso fare lo stesso, no? Voglio dire… Mettiamo che io sia un turista e mi abbiano rubato il portafogli…”

“Giusto. Allora: Ki Demei, nato il 13/7/74 e residente a Canton, Cina, in data 23/9 presente anno si recava nella caserma dei carabinieri di Campogalletti (MU) e segnalava alle autorità competenti, ivi rappresentate dall’appuntato Panunzio Gabriele, la presenza su suolo italiano di un immigrato clandestino, rispondente al nome di…”

“Sì?”

“Lo chiedo a lei: rispondente al nome di?”

“Eh?”

“Questo immigrato clandestino, insomma, come si chiama?”

“Ah, lui! Si chiama Ki Demei”.

“Cognome?”

“Ki”.

“Kikidemei?”

“No, Ki-spazio-Demei”.

“Aaaaah. Tra l’altro è un nome che ho già sentito… sta a vedere che ha dei precedenti”.

“Ma veramente…”

“Aspetti. Anche lei si chiama Ki Demei”.

“Non posso negarlo”.

“Un caso di omonimia, capisco”.

“No, forse non ha capito. Sono sempre io. Sono venuto a denunciare me stesso. Sono un immigrato clandestino. Arrestatemi”.

“Beh… beh… non corriamo”

“C’è la cosa, l’obbligatorietà dell’azione penale”.

“Ma scusi, perché ci tiene così tanto a farsi arrestare?”

“Si metta nei miei panni. Io lavoro ai mercati, faccio il giro della provincia. Tutte le mattine la sveglia alle cinque. Con la pioggia e con la neve. Cinque anni così. Non sono abituato, in Cina studiavo legge. Sono stanco”.

“Poteva anche denunciarsi prima”.

“Prima mi avreste rimpatriato come clandestino. Ma adesso non potete”.

“Come sarebbe a dire che non possiamo?”

Non potete, perché l’immigrazione clandestina è diventato un reato, e quindi mi dovrete processare”.

“E che sarà mai un processo”.

“Ma io ricorrerò in appello”.

“Non mi faccia ridere … voglio dire, se tutti gli immigrati clandestini ricorressero all’appello…”

“Sì? Vada avanti”.


“Questo non è un problema mio. Io sono un indiziato di reato, e come tale ho diritto a un giusto processo”.

“Guardi che rischia una bella multa”.

“Non posso pagarla, sono nullatenente e nullafacente”.

“Ma se mi ha appena detto che fa il giro dei merc… ah. Comincio a capire”.

“L’unica è mettermi in una prigione, o centro di detenzione come li chiamate adesso. Confrontate al sottoscala dove dormo non mi sembrano male”.

“Ma scoppiano”.

“Già. Probabilmente sarete costretti a mettermi fuori, magari a trovarmi un lavoro in attesa del giudizio. Ora, si dà il caso che io abbia studiato i tempi della giustizia italiana. Direi che tre quattro anni non me li toglie nessuno”.

“Ma poi la manderanno a casa”.

“Chi lo sa? Nel frattempo sarà cambiato il governo, e faranno una sanatoria. A dire il vero tutto lascia pensare che la sanatoria arriverà molto prima. È un peccato, perché poi mi toccherà tornare ai mercati. Io li odio, i mercati”.

“Doveva fare l’avvocato”.

“è vero. Andiamo avanti, le va?”

“Dunque: Ki Demei… segnalava alle autorità competenti, ivi rappresentate dall’appuntato Panunzio Gabriele, la presenza su suolo italiano di un immigrato clandestino, rispondente al nome di…”

“Ki Demei. Faccia copia incolla”.

“…nato il 13/7 eccetera… residente a?”

“Via Garibaldi tre, è il campanello con gli ideogrammi nel citofono. Se vuole lascio anche il cellulare”.

“Lei comunque la fa troppo facile”.

“Le cose stanno così! Adesso che sapete dove trovarmi siete costretti ad arrestarmi”.

“Ma lei potrebbe anche non essere un vero clandestino”.

“Certo che sono un vero clandestino”.

“Eh, facile a dirsi. Ma può provarlo?”

“Altroché. Non ho nemmeno un documento”.

“Questa non è una prova, al massimo è una mancanza di prove”.

“Sta scherzando?”

“Chi mi assicura, per esempio, che lei non abbia distrutto il suo permesso di soggiorno? Cioè, si metta nei nostri panni. Dobbiamo metterci ad arrestare il primo venuto soltanto perché dice di non avere documenti?”

“Prima lo facevate”.

“Ma prima era facile, con un foglio di via, al limite un bel charter e via al paese natale. Ma se adesso dobbiamo arrestarvi e giudicarvi tutti, eh, hai voglia”.

“Quindi non verrete ad arrestarmi”.

“No, credo di no”.

“La solita Italia. Fatta una legge, trovato l’inganno”.

“Piano con le parole, eh? Altrimenti…”

“Altrimenti?”

“Ti arresto per vilipendio”.

“Perfetto! Cos’è il vilipendio?”

“Sono le offese”.

“Ah, bene. L’Italia è una distesa di giunchi appassiti che oscilla al vento osceno della stupidità”.

“Eh?”

“Era un’offesa alla tua nazione. Arrestami”.

“Era solo una licenza poetica. Al massimo una libera espressione di giudizio. Non ti arresto”.

“Italia merda. Arrestami”.

“Ti piacerebbe, eh? Non ti arresto”.

“Mi devi arrestare! È vilipendio! C’è l’obbligatorietà!”

“No, invece, non ti arresto, è solo satira”.

“Il presidente è un invertito nazista”.

“Satira, satira politica”.

“Ma va’!”

“Come no? Guarda, rido anche, ah ah ah”.

“Donne italiane tutte puttane”.

“Ih Ih Ih, che spasso”.…
Manu Chao - Clandestino -

lunedì 6 luglio 2009

Il mio viaggio



se non riesci ad uscire dal Tunnel...

arredalo!!
__________
<>
Uscii sul mio carro ai primi albori del giorno, e proseguii il mio viaggio,
attraverso i deserti del mondo lasciai la mia traccia su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote che portano più vicino a te stesso;
è con lo studio più arduo che si ottiene la semplicità d'una melodia.
Il viandante deve bussare a molte porte straniere per arrivare alla sua,
e bisogna viaggiare per tutti i mondi esteriori
per giungere, infine, al sacrario più segreto all'interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano prima che li chiudessi dicendo: "Eccoti!"
Il grido e la domanda: "Dove?"
si sciolgono nelle lacrime di mille fiumi e inondano il mondo con la certezza: " lo sono! "
Rabindranath Tagore


sabato 4 luglio 2009

P.Web Atto II



Retti, onesti e coraggiosi.
ci insegnano questi buoni valori, sin da piccoli, perché tra bici, bambole e chupa chups, si possa affrontare a testa alta i piccoli guai quotidiani, affinché ci forgino e preparino alla vita.

Questo in principio...
Adesso, proviamo a fare un salto temporale in avanti, di una trentina d'anni circa.
Siamo diventati uomini e donne,
adulti arrivati da qualche parte, qualcuno più colto, qualcuno più esperto, qualche altro un po' s'è perso..
ma, quasi tutti, ugualmente stanchi, annoiati, delusi e insoddisfatti..
Della vita, abbiamo imparato l'arte della reinterpretazione.
Così:
la Rettidudine è quella tipica postura da colletto bianco;
l'Onestà, una Via per raggiungere il Paradiso;
il Coraggio...beh, il Coraggio, di cui tutti crediamo esserne portatori sani,
altro non è che un lungometraggio in prima serata.

Di quelli che, addobbati di tuta e caschi spaziali, fermeremmo una minacciosa meteorite distruttiva..
oppure, conduttori di eserciti, guideremmo pacifiche rivoluzioni patriottiche..
ma, anche, giornalisti o fotoreporter a volare alti per proteggere le insicure teste.
La lista, non è che un elenco interminabile di umanità, animata dal più alto dei sentimenti..
Eppure, il Coraggio, è una missione quotidiana molto più vicina della nostra poltrona, come lasciare in vita una fastidiosa mosca,
rialzarsi dopo una rovinosa caduta,
invitare un amico a non buttarsi..perché non è ancora giunto il suo momento,
svegliarsi ed occuparsi delle stesse attività dopo anni...e anni...
arrivare a fine giornata senza negare un sorriso,
restare accanto ad una persona che non si ama più,
o, semplicemente, confessare che non la si ama più..
il coraggio di decidere, confessare, scegliere, non fuggire, amare o non amare..
questo è Coraggio. Senza tute col nostro nome sul petto..

Poi penso che anche il coraggio si nutra di coraggio..

ed io non ne ho avuto a dimenticare.

Inés
(dedicata a te)

"L’amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull’orlo di un precipizio."

venerdì 26 giugno 2009

Dov'è la fine dei ricordi e l'inizio dell'oblio

Foto tratta dalla rete

Quando si cade tanto profondamente, quello, il luogo che tocchiamo, non è mai la fine del viaggio,
il più delle volte rappresenta il trampolino di lancio verso una nuova scoperta..
La scoperta che il dolore non finisce mai con la fine del dolore.

Un po' come un taglio profondo, quando smetterà di sanguinare lascerà un'indelebile cicatrice.
Occorrerà tamponare con dosi massicce di anestetico, levigare i segni e ridare luce, ma quando il tempo avrà fatto il suo corso, sarà percepibile solo una leggerissima imprudenza.
Così ci si rialza.. ammaccati e claudicanti, ma innovati nello spirito, che ha trovato una nuova forza.
Possiamo lavorare senza tormenti, essere orgogliosi delle nostre quotidiane soddisfazioni, camminare per strada con l'aria di chi è appena uscito da un lungo scurissimo tunnel.
Finalmente ripercorrere le strade dei ricordi non fa più male, perché tutto ha un sapore diverso, persino l'odore è diverso.
Infondo non era come credevo, non vedevo, non sentivo, né colori, né umori,
nulla è.
Sono nuova di zecca, faccio cose nuove, con persone nuove, ho anche tagliato i capelli. Ho settimane, mesi e anni, davanti..
Ogni dettaglio ha una sua geometrica lontananza dal cuore.
E' tutto straordinariamente perfetto, tutto strategicamente rimosso, tutto dimenticato...
Non fosse per questa imprevedibile crepa..
Inés
Crepuscolo della sera mistica
Il ricordo con il crepuscolo rosseggia e trema sull'orizzonte ardente
della Speranza in fiamme che indietreggia e s'ingrandisce
come un recinto misterioso dove più di una fioritura
- dalia, giglio, tulipano e ranuncolo -
si slancia su un pergolato e circola tra la malsana esalazione di odori
grevi e caldi il cui veleno - dalia, giglio, tulipano e ranuncolo -
annegandomi i sensi, e anima, e ragione, mescola in un deliquio immenso
il ricordo con il crepuscolo.
Paul Verlaine

martedì 23 giugno 2009

Premio "Artista del Cuore" - da Paola


Ricevo con immensa gioia e gratidudine questo premio dalla mia amica Paola,
dedicandole il sogno più bello che possa realizzare.
Grazie Paola
__________________________________________________________
a Paola, perché conservi qualcosa di me:
I miei 5 desideri
:
1) tornare ad emozionarmi;
2) un lungo giorno da aquila;
3) vivere con le persone che amo;
4) uno spazio tutto mio;
5) viaggiare senza pause.
Le 8 cose da fare per l’eternità
:
1) sopprimere villa certosa e tutti i suoi abitanti;
2) ristabilire l'equilibrio economico;
3) garantire più pace nel condominio;
4) portare il mare a Milano;
5) conservare le foto da bambini;
6) eliminare i lunedì;
7) 5 ore lavorative, giornaliere;
8) più amore per tutti.

venerdì 12 giugno 2009

PARLAMI ! dal Manfred di Carmelo Bene


[furti dai profili, Cap 1]

Parlami!

Ti ho invocato nelle notti serene, ho spaventato gli uccelli addormentati tra i silenziosi rami, per chiamare te... Ho risvegliato i lupi montani, ho appreso alle caverne a riecheggiare invano il nome tuo adorato; tutto rispose, tranne la tua voce. Parlami! Ho errato sulla terra e non ho mai trovato a te l'eguale. Parlami! T'ho cercato tra le stelle a vanire, ho contemplato il cielo inutilmente, senza trovarti mai. Parlami! Guarda, i demoni a me attorno hanno pietà di me che non li tempo ed ho pietà per te soltanto. Parlami! Sdegnata, se vuoi, ma parlami!...Dimmi...non so che cosa, ma che io ti senta una volta ancora...


giovedì 11 giugno 2009

Sull'amicizia


E un adolescente disse:Parlaci dell'Amicizia.
E lui rispose dicendo: Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.

È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro focolare.Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.

E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore,
Ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.

Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Kahlil Gibran

A me

Come mi rialzerò dal fondo della vita,
dopo essere stata rapita dalla luna più bella,
che, saziato occhi, mani e bocca,
stanca e un po' bugiarda,
senza avvisare,
si è eclissata..
e dal buio sono caduta sull'epidermide dell'inferno,
lì da dove è facile solo guardare in alto,
quella luna ruffiana..

inés


Alla luna
O graziosa luna, io mi rammento

Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile
O mia diletta luna.
E pur mi giovaLa ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore.
Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
G. Leopardi

lunedì 1 giugno 2009

Quartieri popolari

Ho in mente giorni che spirano velocemente, come un soffio, vissuti e da vivere come farfalle..
Ho in mente questi giorni, che ancora annaspano in cerca di un salvagente.
C'è un luogo della mente, in cui ripongo gli odori che ho visto, perché solo con altri sensi avrei potuto sentire..
Scale consumate dalla povertà, oggetti a decorare la bruttezza, santi sui muri e occhi spenti.
Noi che viviamo in wi fi, con l'i-phone e la smart, Noi che ci scriviamo sui blog, Noi che (sopra-v-)"vivere" è solo un verbo sullo Zanichelli..

I ragazzi davanti al cancello di casa, parevano usciti fuori da un'idea di Pasolini, pieni di vita rubata e sporchi di vernice.
Restavano lì a guardarci, Noi, alieni nel loro mondo, giunti a fare gli spettatori e poi giudici.
Alveari al macero, densi di uomini, donne e bambini, chiusi a chiave dietro porte di paglia..

Ho visto la rabbia come crepe sulla pelle, cipolla e varechina, strofinacci e velieri di plastica.

Sono stata accolta dentro questa miseria da umani lenti e pigri, mutilati nell'anima e nel corpo..
piegati da pesi di carta e da attenti burocrati.
Ho contato dodici bamboline di porcellana, sette vasetti di fiori, la bambina che sorride alla luna,
otto centrini, Padre Pio, la Madonnina ed un "santino" elettorale.

La padrona di casa, sorridente, mi mostra dapprima le foto di famiglia, poi mi porta sotto braccio a visitare il resto della casa che ha "pulito".

Qualcuno diceva: "Orgoglio e Dignità".

Ho accettato di prendere il caffè nella tazza da corredo,
il più buono che abbia mai bevuto.
inés

"Tutt'intorno s'alzavano impalcature e casamenti in costruzione, e grandi prati, depositi di rottami, terreni fabbricabili;
da lontano, forse dalla Maranella, dietro il Pigneto, si sentiva giungere la voce d'un grammofono ingrossata dall'altoparlante.
Sul prato della Casilina, prima della Maranella, dovevano esserci i carosielli;
e il Riccetto se ne andava da qualche parte, con le mani in saccoccia e la testa ritratta tra le spalle per la passione che ci metteva a cantare tra sé la canzonetta."
-Ragazzi di Vita- P.Pasolini

giovedì 28 maggio 2009

Non saprai mai quant'è piena di lavoro la mia giornata..




Da un po' di tempo esco presto da casa e corro in studio.. senza pensare.
Raccolgo tutte le pratiche accatastate sulla mia scrivania e mi dirigo come una forsennata in tribunale..
Percorro velocemente le direzioni meno affollate, per il timore di perdere tempo.. perché ho molto da fare..
Evito quella lunga strada affianco al mare, quel parcheggio, il bar, il caffè.. ma non riesco ad evitare l'incontro strategico col collega, che mi offre il suo appoggio per quella transazione agognata da mesi..
stringo i denti, abbasso il capo, sorrido, concordo.. senza pensare..
Che caldo stamattina, siamo in trenta, ma pare un formicaio.. le riserve d'ossigeno si stanno esaurendo; scrivo i miei verbali, sottopongo al giudice perplesso, quanto me, e vado via, esco da quest'aula.. me ne vado.. perché ho molto da fare..
Ho terminato anche gli adempimenti in cancelleria, sfidando, a mano tratta, ogni sorta di coda inferocita..
Porto l'auto a lavare, faccio la spesa, il cane a pisciare.. e poi, pranzo fuori,
perché, adesso, detesto cucinare, apparecchiare, sparecchiare e lavare i piatti,
preferisco l'indifferente tintinnio di bicchieri e posate, il vociare persistente dei raduni delle ore 14.. il menu', l'hit parade dei nuovi arrivi in vetrina, una richiesta legittima, l'avvocato e la sua segretaria.. mogli, mariti, figli, fidanzati, amanti e puttane..
tutti lì, noi, un'amalgama di umanità disinteressata, distratta e compiacente..
un luogo perfetto per non pensare..

Non saprai mai che questa giornata, tipicamente uguale a molte altre, inizia cento volte..
senza pause, senza imprevisti, senza pensieri..
negandole la luna e la notte, la tua faccia e quelle lenzuola..
dimenticando auto, prati, mare, tavoli, colazioni, passeggiate, mani, occhi, parole..
io, l'altra..amata-odiata.

Non saprai mai quanto può far male..

così

Rispondo al tuo silenzio scrivendo di giorni felici,
sottraendo il nostro vino all'attesa, perché non ho mai avuto paura di sbagliare,
e brindo alle vittorie, ai sigari e ai dolci con la panna..

La mia risposta al tuo silenzio.. senza pensare.
inés


"I Giorni ed i baci
Sono in errore:
non hanno termine dove dicono.
Ma per amare dobbiamo imbarcarci su tutti i progetti che passano,
senza chiedere nulla
Pieni,
pieni di fede nell’errore di ieri di oggi e di domani,
che non può mancare." Pedro Salinas - La Voce a Te Dovuta - XX

martedì 26 maggio 2009


Lui sì, ce l'ha il Polix-factor!

Siamo in periodo di generale Campagna Elettorale e, dalle mie parti, si vota anche per rinnovare la Presidenza ed il Consiglio Provinciale, così, per non essere da meno ai più celebri utilizzatori di piazze virtuali, gli aspiranti "appoltronati" si confrontano sul massimo blog denoantri ,"paesani" , attenti critici e lettori. In particolare, sono stata impressionabilmente colpita dallo charme e dalla padronanza di linguaggio (?) con cui, uno dei nostri rappresentanti, ha mirabilmente esposto il suo pensiero.. rievocando un'epistola di ragguardevole pregio umano ed artistico.
Abbiamo ancora una speranza!
inés
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TOTÒ - Giovanotto! Carta, calamaio e penna, su... avanti, scriviamo! Dunque... Hai scritto "dunque"?
PEPPINO - Eh, un momento no?
TOTÒ- E comincia su!
PEPPINO - Carta... calamaio... e penna... oh.. la carta...
TOTÒ - Signorina! ...Signorina!!
PEPPINO - E... dove sta?
TOTÒ - Chi è?
PEPPINO - La signorina!
TOTÒ- Quale signorina?
PEPPINO - Hai detto: "Signorina!"
TOTÒ - È entrata la signorina?
PEPPINO - E che ne so?
TOTÒ- Signorina!

PEPPINO - Avanti!
TOTÒ - Animale! "Signorina" è l'intestazione autografa! Della lettera! Oh! Signorina,...(Peppino butta via il primo foglio di carta e comincia a scrivere su uno nuovo)
TOTÒ - E vabbè... non era buona quella signorina lì?
PEPPINO - Vabbè...
TOTÒ- Signorina, veniamo... veniamo.. noi... con questa mia a dirvi
PEPPINO - ...con questa mia a dirvi
TOTÒ- A dirvi... una parola! Addirvi!
PEPPINO - ... addirvi una parola...
TOTÒ - che

PEPPINO - che
TOTÒ- che
PEPPINO - che...
TOTÒ- che è?
PEPPINO - Uno? Quanti?
TOTÒ - Che è?
PEPPINO - Uno che?
TOTÒ - Uno che?
PEPPINO - Che è? Che è?
TOTÒ - Scusate se sono poche
PEPPINO - Che è?
TOTÒ - Che è? ... Scusate se sono poche... Ma settecentomila lire, punto e virgola, noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, questanno c'è stato una grande moria delle vacche
PEPPINO - ... una grande ...
TOTÒ - Come voi ben sapete. Punto!
PEPPINO - Punto.
TOTÒ - Due punti!
PEPPINO - ... due punti...
TOTÒ - Ma sì... fai vedere che abbondiamo... abbundandis in abbundandum. Questa moneta servono... questa moneta servono... questa moneta servono a che voi vi consolate... Aoh... scrivi presto!

PEPPINO - ...con insalate...
TOTÒ - ... Che voi vi consolate...
PEPPINO - ... ah, avevo capito "con l'insalata"...
TOTÒ - E non mi far perdere il filo che ce l'ho tutta qui!...
PEPPINO - Eh, avevo capito coll'insalata!
TOTÒ - Dai dispiacere ... dai dispiacere che avreta... che avreta?... che avreta!! Eh già, è femmina... è femminile... che avreta perché... perché?
PEPPINO - Non so...

TOTÒ - Che non so?
PEPPINO - Perché che cosa?
TOTÒ - Perché che?
PEPPINO - Ahh!
TOTÒ - Dai dispiacere che avreta perché!!! È aggettivo qualificativo no?
PEPPINO - Ah, io scrivo...
TOTÒ - Perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona... Ma che stai facendo una faticata? S'asciuga il sudore...!
PEPPINO - Ehh...
TOTÒ - Che siamo noi medesimo di persona... vi mandano questo, perché il giovanotto è studente che studia... che si deve prendere una Laura...
PEPPINO - ... Laura...

TOTÒ - Laura! ... che deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo.
PEPPINO - ... sul collo.
TOTÒ - Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola!
PEPPINO - Troppa roba!
TOTÒ - Ah, lascia fare! Che dicono che noi siamo provinciali... siamo tirati...
PEPPINO - Ma è troppo...

TOTÒ - Salutandovi indistintamente... salutandovi indistintamente... sbrigati! Salutandovi indistintamente ... i fratelli Caponi. Che siamo noi. Questa ... apri una parente. Apri una parente e dici: "che siamo noi". I fratelli Caponi. Hai aperto la parente?
PEPPINO - Mm.
TOTÒ - Chiudila!
PEPPINO - Ecco fatto
TOTÒ - Vuoi aggiungere qualcosa?
PEPPINO - Un "senza nulla a pretendere" non c'è?
_______________________dal film "Toto' Peppino e la Malafemmina"

"..credo che tù più di altri, ai recepito bene il mio messaggio,la mia gioia è essere utile alla gente, riviene da ben altri motivi, "altro che incarichi"ho sempre messo ha diposizione la mia diponibbilità a tutti, gratuitamente e non ho preteso niente da nessuno, penso che è li "la mia gioia", sopratutto nell'esercizio delle mie funzioni politiche, credo che i miei trscorsi politici li conosci bene.quello che vorrei tu mi dicessi, un consiglio come migliorarmi per essere utile; anche a te?, cosa devo fare di più... !" (inviato il19/05/2009 @ 14:55:46).

__tratto da: commento del Candidato al Consiglio Provinciale di Bari.
A.d.r.

Oggi apprendo, senza particolare sorpresa, della consapevolezza che è Dentro,
consapevole, ragionata, misurata sensazione che, Dentro, le risposte alle nostre domande sono chiare e restano lì, finché non impariamo a riconoscerle.
No, non mi piace questa consapevolezza, trovo sia così ingiusto scoprire che non c'è nulla di nuovo da scoprire..
Non servono gesti, parole, commenti.. è sufficiente questo silenzio imbarazzante a spiegare la realtà delle cose.
inés

"Bella, che ci importa del mondo, verremo perdonati te lo dico io da un bacio sulla bocca un giorno o l'altro. Ti sembra tutto visto tutto già fatto tutto quell'avvenire già avvenuto scritto, corretto e interpretato da altri meglio che da te. Bella, non ho mica vent'anni ne ho molti di meno e questo vuol dire (capirai) responsabilità perciò… Volami addosso se questo è un valzer volami addosso qualunque cosa sia abbraccia la mia giacca sotto il glicine e fammi correre inciampa piuttosto che tacere e domanda piuttosto che aspettare. Stancami e parlami abbracciami guarda dietro le mie spalle poi racconta e spiegami tutto questo tempo nuovo che arriva con te. Mi vedi pulito pettinato ho proprio l'aria di un campo rifiorito e tu sei il genio scaltro della bellezza che il tempo non sfiora ah, eccolo il quadro dei due vecchi pazzi sul ciglio del prato di cicale con l'orchestra che suona fili d'erba e fisarmoniche (ti dico). Bella, che ci importa del mondo. Stancami e parlami abbracciami fruga dentro le mie tasche poi perdonami sorridi guarda questo tempo che arriva con te guarda quanto tempo arriva con te." Il bacio sulla bocca" - Ivano Fossati

lunedì 25 maggio 2009


(foto inés)
dettagli..

Tutto inizia, tutto finisce



Semplice, come cercarsi, guardarsi, trovarsi..
un giorno, uno qualunque, di quelli in cui credi sia già accaduto tutto,
perché tutto è già fatto.. e da fare solo qualche nota sull'agenda,
un accordo tra colleghi distratti da fogli, sempre gli stessi..

Un giorno uguale a tanti, in cui una nuvola inaspettata arriva proprio lì,
a preannunciare una pioggia inaspettata, che cresce, battente e rovinosa,
di quelle che vorresti trovar riparo sotto il primo balcone,
perché non trovi l'ombrello in borsa, e magari non è abbastanza, perché né
balcone, né ombrello, possono tenerti indenne.

Certi avvenimenti della vita accadono proprio così,
per quanto si provi, il balcone è sempre troppo piccolo e l'ombrello sempre rotto..

Di quel giorno in cui tutto è iniziato, io ricordo due occhi ibridi e
spaventati.. spinti al di là della distanza tra la mia attesa e il lavoro da terminare,
interminabile.. Resto oppure Scappo? l'amletico dubbio è superato dalla meteo-metafora:
nessun riparo nei paraggi.

Non mi muovo, resto lì, aggrappata all'ultima mia certezza: Sono Forte,
non scappo Io, non provo neppure ad andare e neppure a capire,
intanto, quei due occhi, scuri e infami come lame, mi hanno già attraversata più volte..
"E improvvisa , inattesa, fortuita....Da sola perché volle è venuta. Così verticale, così grazia insperata.."

Tutto inizia e finisce di inziare in quest'attimo,
come un circuito inceppato dalla polvere.

inés

"Just a perfect day drink Sangria in the park And then later when it gets dark, we go home Just a perfect day feed animals in the zoo Then later a movie, too, and then home Oh, it's such a perfect day I'm glad I spend it with you Oh, such a perfect day You just keep me hanging on You just keep me hanging on Just a perfect day problems all left alone Weekenders on our own it's such fun Just a perfect day you made me forget myself I thought I was someone else, someone good Oh, it's such a perfect day I'm glad I spent it with you Oh, such a perfect day You just keep me hanging on You just keep me hanging on You're going to reap just what you sow" - Perfect Day - Lou Reed